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giovedì 21 maggio 2009

Giornali internazionali online: Europa

Number one - Escludendo dall'analisi l’Italia (già analizzati nei post precedenti), i siti web dei più importanti giornali europei non parlano sempre la stessa lingua: navigabilità, accessibilità e usabilità (tre paradigmi per un buon sito) non sempre fanno il paio con la verticalità delle notizie e l'interattività. In generale, la crème del settore è britannica e il perché è presto detto.

Gran Bretagna - Dici Inghilterra e pensi al Times, ma il fiore all’occhiello britannico (ed europeo) è invece il Guardian. Nella traduzione della testata del primo c’è tutta l’essenza del sito: Timesonline.co.uk non è altro che la digitalizzazione dei contenuti cartacei (il cosiddetto repurposing) del Times, con l’appendice di alcuni servizi multimediali (la maggior parte dei quali li ritroviamo anche nei giornali online italiani). Prevista, anche se non evidenziata, la possibilità di commentare gli articoli. Grave pecca, l’impossibilità (momentanea?) di offrire all’utente la mappa del sito. Piuttosto dettagliata invece la sezione dedicata ai contatti.

Come anticipato, il top in materia di giornali online britannici (e non solo) è il Guardian.co.uk, premiato col quarto Webby Award in cinque anni (sic!) e il British Press Award del 2009. Alla faccia degli yankee, maestri del settore, il Guardian offre quanto di meglio si possa chiedere ad un giornale multimediale: interattività (blog, commenti, possibilità d'intervento, contatti), verticalità dei contenuti (con rimandi ad approfondimenti o articoli correlati interni al sito), storia delle news, foto e video gallery, contenuti audio inseriti direttamente fra le stringhe di testo, servizi mobile, trova lavoro, possibilità di postare su altre piattaforme, presenza sia di indici di ricerca che di aree tematiche dinamiche e via discorrendo. Anche le inserzioni pubblicitarie meritano attenzione: il sito sfrutta un aggregatore che riconosce la provenienza dell’utente e agisce di conseguenza (non si spiegherebbe altrimenti la presenza di un banner pubblicitario italiano già nella homepage).


In continente - Sbirciando fra le testate nazionali spagnola, francese e tedesca, balzano all'occhio le evidenti diversità (culturali, non solo telematiche) fra i vari paesi.

Spagna - El Pais.com colpisce per l’immediato senso d’ordine e istituzionalità (che sul web è spesso sinonimo di staticità) offerto all’utente.


Francia - Le Monde.fr impressiona più per la contaminazione pubblicitaria che per l’offerta informativa (le inserzioni superano per dimensione i box riservati alle notizie).


Germania - Faz.net è concepito in maniera tradizionalista, quasi conservatrice, non ha inserzioni pubblicitarie invadenti ma manca di verticalità (le notizie scarseggiano di link ad approfondimenti o articoli correlati).

5 commenti:

  1. Interessante la tua analisi dei giornali stranieri, ma ripeto ciò che ho già detto da un'altra parte: la testata Bildzeitung non è affatto paragonabile con The Times, Le Monde, El Paìs e via dicendo. Bild non può essere considerato "il" giornale nazionale, essendo un fenomeno eccezionale nel paesaggio del giornalismo tedesco. E' un quotidiano dichiaratamente sensazionalistico, spesso mal ricercato, con titoli e foto che fanno effetto, e un linguaggio di bassissimo livello. Analogamente potrai giudicare anche il sito web.
    Non dico che il Bild non sia un giornale nazionale, anzi: ha una ampissima diffusione. Ma non mi pare adeguato paragonarlo con le altre testate scelte da te. Equivale piuttosto all'inglese "The Sun". Per un'analisi più adeguata ti propongo il FAZ, Sueddeutsche Zeitung oppure Die Zeit.

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  2. x caterina: hai ragione, le testate tabloid meriterebbeo un post a parte. Bel paradosso: l'Italia, nazione latina considerata fra le più "calde", non ha quotidiani scandalistici, mentre le nazioni nordiche, considerate più "fredde", invece sì. Anche questo meriterebbe una riflessione.
    Comunque ho seguito il tuo consiglio e ho tolto bild x faz.
    Grazie per la dritta

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  3. Come al solito ottimo post, sembra quasi fossi stato a lezione, e avessi preso appunti in prima fila....
    Hai giustamente segnalato la presenza di un aggregatore di pubblicità che riconosce l'utente sul sito del Guardian. Interessante notare come questo "giochetto" sia presente anche sull'americano Huffington Post, anch'esso analizzato a lezione. La matrice anglosassone di questi siti è chiaramente evidente...

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  4. x alberug: non fosse stato per gli aggiornamenti tuoi, di elisa e caterina, non avrei nemmeno saputo gli argomenti trattati..
    w la solidarietà telematica!

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  5. Infatti, questa delle testate tabloid è una domanda degna di attenzione. Quando stavo scrivendo il commento volevo trovare un esempio equivalente italiano, ma evidentemente non ci sono riuscita. E ciò sorprende da un certo punto di vista, dato che qua in Italia il pettegolezzo è seguito moltissimo (come un po' ovunque, suppungo). Forse questa mancanza di quotidiani sensazionalistici viene colmata da periodici come "Chi", ma questi esistono anche in Germania, oltre al giornale. Sarebbe interessante un'analisi su campo europeo.

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